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Amici di Adamitullo: intervista a Padre Cesare Bullo

Il mese scorso, Padre Cesare è riuscito a tornare per qualche settimana in Italia per visitare la sua famiglia e i suoi amici (tra cui siamo compresi anche noi), portando importanti aggiornamenti sulla situazione in Etiopia e in particolare ad Adamitullo. Ho avuto modo di intervistarlo, non solo per chi ha già collaborato con noi e conosce bene la sua grande forza di volontà e il suo animo buono ma anche, e forse soprattutto, per chi non l’ha mai incontrato e vuole saperne di più riguardo alla realtà di Amici di Adamitullo.

Padre Cesare Bullo: una vita dedicata alla missione umanitaria.

Il prossimo 17 settembre Padre Cesare compirà ottant’anni, ha dedicato sessanta anni della sua vita in missione un’umanitaria, prima in Vietnam, paese in cui ha vissuto fino al 1975, e poi in Etiopia. La sua è una vita dedicata all’aiuto del prossimo e quando gli chiedo se è felice della scelta che ha fatto quando, poco più che ventenne, ha deciso di lasciare l’Italia, risponde: “Certo, altrimenti non continuerei a farlo!” Padre salesiano dal 1962, Cesare ha iniziato la sua missione in Etiopia ben trentasei anni fa, partendo da Macallè, a nord di Addis Ababa. “Quando siamo arrivati nel 1975 qui non c’era niente, solo paura e povertà” racconta Padre Bullo, “ora l’ordine dei salesiani ha in gestione quattordici scuole in Etiopia ma la situazione non è facile, specialmente da un anno a questa parte perché ha ripreso la guerra”. Il centro abitato più grande della missione è quello di Addis Ababa, dove Padre Cesare abita e dove vengono ospitati i volontari o i salesiani che vengono in visita.

Padre Cesare fotografato durante la nostra intervista, il prossimo 17 settembre compirà 80 anni.

Adamitullo: un villaggio bisognoso di aiuto.

Adamitullo è un paesino rurale che si trova nella strada principale che va da Addis Ababa al Kenia. È un villaggio che riesce a mantenersi grazie alla produzioni di fiori, che vengono esportati in Olanda, e all’agricoltura che però non è produttiva nei periodi di siccità. La maggior parte degli abitanti di Adamitullo possiede una porzione di terreno coltivabile ma quando non piove per lungo tempo, le famiglie non hanno di che nutrirsi. I salesiani si occupano della distribuzione di cibo e, da trentasei anni a questa parte, hanno portato a compimento la realizzazione di diversi progetti per migliorare la vita del villaggio.

Amici di Adamitullo: c’era una volta un pozzo.

Il primo progetto realizzato dall’associazione no profit Amici di Adamitullo è stata, nel 2008, la costruzione di un pozzo, per permettere agli abitanti del villaggio di avere una fonte d’acqua facilmente raggiungibile. Nella sezione del nostro sito dedicata ai progetti potrete scoprire quello che è stato già fatto e quello che ancora c’è da fare per sostenere Adamitullo. Padre Cesare, come tutti noi, ci tiene sempre a sottolineare che anche i piccoli gesti possono fare un’enorme differenza e che possiamo davvero cambiare la vita di chi è meno fortunato.

La scuola: partire dai quaderni per salvare il mondo.

Ci sono quattordici scuole in Etiopia gestite dai salesiani, una di queste si trova proprio ad Adamitullo e permette di far studiare ogni anno circa 1400 bambini. Da quando, nel 2008, Amici di Adamitullo ha iniziato a sostenere la comunità dei salesiani, le classi sono state migliorate e ampliate e ora il nostro obiettivo è quello di far studiare i ragazzi fino alla dodicesima classe, per dare loro la possibilità di frequentare l’università. La scuola non è solo un luogo per studiare ma è diventata un vero e proprio centro di aggregazione in cui le famiglie si incontrano e si sentono parte di una comunità. Quello che accomuna i nostri progetti è che hanno una continuità, come è continuo e quotidiano l’impegno dei padri salesiani che vivono in queste terre. Quando abbiamo visitato Adamitullo per la prima volta la scuola comprendeva otto classi, per un totale di circa 380 bambini, nel 2020 siamo arrivati ad avere venti classi e oltre 1000 studenti dai 5 ai 15 anni. Il nostro impegno per quest’anno è aggiungere due classi di studi, quelle che in Etiopia sono chiamate undicesima e dodicesima e corrispondono agli ultimi anni delle scuole superiori. Abbiamo già avuto modo di parlare, inoltre, della nuova scuola per segretarie d’azienda, un progetto che abbiamo il desiderio di realizzare insieme a voi per permettere alle giovani ragazze etiopi di emanciparsi e trovare lavoro. “La cosa più bella è vedere sempre più ragazzi e ragazze crescere e proseguire i propri studi” ha dichiarato Padre Cesare Bullo. “C’è ancora tanto da fare ma siamo qui per questo”. 

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